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— Io lo trovo simpatico. Dopo tutto, viviamo così soli!....

Il giorno dopo Bonaldi venne puntualmente a casa loro. Fu ancora gentile, spiritoso, colorito: raccontò un'infinità di aneddoti cinematografici che incuriosirono e divertirono Maura.

Tre o quattro visite si succedettero a breve distanza. In una settimana Bonaldi era divenuto intimo, aveva assunto tutta l'apparenza del «migliore amico» di casa.

Intanto il denaro continuava a calare. Si videro costretti a licenziare lo chauffeur e a tenere la macchina nel garage.

— Perchè non ve ne disfate? Per quello che la adoperate, non vale la pena di tenere una così bella vettura.

E due giorni dopo propose di farla acquistare dalla Roma Film.

Maura, visto che Franco non era scontento, accettò le diecimila lire che Mario le portò, e ringrazio il buon amico che le aveva fatto concludere «un affare».

Quella vettura tornò spesso alla loro porta. Mario se ne serviva per venire a prendere i due amanti, la sera, e condurli fuori. Essi si lasciarono guidare in tutto da lui a occhi chiusi, come due bimbi docili. Franco non si era mai mostrato così innamorato: pareva perduto nel profumo della pelle bruna