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un meditativo, un misantropo, o almeno un uomo che non avesse avuto che contatti di prostitute.
L'eccesso della sensazione carnale può a volte assumere l'aspetto di un sentimento. Gettate qualche velo attorno a un corpo che vibri come vibrava il corpo di Maura, e l'ingenuo studente avrà subito costruito la sua grande passione, «purissima e romanticissima.»
Ma per Franco non esistevano veli. Egli vedeva attraverso. Aveva l'occhio esercitato. Tanto esercitato che capì prestissimo quello che Maura arebbe potuto diventare per lui.
Avrebbe potuto diventare la forza dell'abitudine, la vischiosità di un'adesione epidermica odiosa all'anima e tollerata dal cuore, il peso di una convivenza che assume dei diritti e impone dei sacrifici, la fonte di tutte le debolezze e di tutte le vigliaccherie, la rinunzia ad ogni volontà, l'inerzia stagnante dalla quale non ci si solleva mai più, se non si ha fibra di eroi. Maura era dunque l'amante classica: femminilmente deprimente o schiacciante, con in più la sua violenta passione insaziata, la sua ossessione di donna che costruisce un amore come si costruirebbe un monumento, e non può rassegnarsi mai a vederlo cadere.
Franco vide a tempo il pericolo. Fece una