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to nel suo corpo la potenza sensuale di Maura, egli... No, non osava formulare questo pensiero. Non poteva credersi degno della fanciulla, che gli era apparsa in una aureola di purità immacolata e non superabile.
Glorietta era una figura astratta, lontana dalla vita dei sensi; impossibile dunque qualunque innesto in lei, qualunque fusione con elementi che l'avrebbero contaminata e umiliata. Ma certo che quella sovrapposizione persisteva: egli non sapeva abolirla, ne era come ossessionato.
Ecco che involontariamente era giunto a desiderare l'amore: cioè un modo divino, nuovo, non ancora provato, di stringere fra le braccia una donna.
Desiderava l'amore: voleva inginocchiarsi davanti a una ragione suprema della vita.
Desiderava l'amore: era impaziente di dare, di dare, di dare, e di soffrire un martirio infinito.
Chi abusa dei dolciumi, finisce per prendere il caffè senza zucchero e per divorare le mandorle salate e i capperi sott'aceto. Chi per anni ed anni si lascia cullare, carezzare, adorare, con tranquilla passività, senza il più piccolo contrattempo e la più piccola delusione, prova alla fine il bisogno di dedicare a qualcuno un po' di sofferenza, di sacrificarsi volontariamente, di rinunciare al pro-