Pagina:Il mio cuore fra i reticolati.djvu/51


— 49 —

sata era una irradiazione di sensualità contagiosa.

Maura era uno stupendo blocco di voluttà: tutta la regione del collo, delle spalle, del petto e delle braccia ignude, d'un viola crepuscolo incipriato, dava una immediata sensazione di vertigine. Una bellezza a sonagli: fastosa e fragorosa. Un inno di vita, orchestrato con un gran ritmo di collane e di gioielli orientali. Quel seno largo e possente respirava le libertà sconfinate dei paesi del sole. Invece i polsi carichi d'oro pesantissimo parlavano della deliziosa schiavitù orientale di cui erano capaci quegli occhi pieni di luci aspre e di carezze morbidissime.

La volontà, la bizzaria, il capriccio, la perfidia, l'odio, la frenesia, tutto ciò che è febbrile, insolito, smodato, sfrenato, si leggevano chiaramente su quel corpo forte e armonioso di amatrice.

Franco sentì di trovarsi per la prima volta nella sua vita di fronte a un essere che forse avrebbe saputo dargli il brivido sconosciuto, l'attimo di follia travolgente, nel quale tutti i sensi urlano, come nelle stragi e nelle rivolte, i più frenetici spasimi dell'umanità.

Quando uscirono di teatro, qualche ora dopo, egli prese posto nell'automobile di Maura Demauris. E i cinque cavalieri dell'insuc-