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il progresso; le grandi strade sassose, abitate solo dall'erba, sulle quali scivolava male la macchina da corsa; la vecchia Università con le urne e i capitelli sonnolenti, dove forse da secoli lo stesso occhialuto Segretario vigilava alla custodia degli archivi e delle pratiche scolastiche; le locande goliardiche, dove di generazione in generazione si son mangiate le stesse vivande; i postriboli appollaiati su scale impossibili, in fondo a vicoli da pipistrelli... Tutto ciò — ammetto — doveva gravitare terribilmente sul cervello di questa simpatica città, che, tuttavia, è sempre riescita ad avere donne bellissime e alberghi abbastanza comodi.
Ma, ripeto, non dimentichiamo che anche prima del soffio vivificatore fascista si era in Romagna. Se le strade e i palazzi dormono, il sangue di questa gente è vulcanico, e ha la forza di esplodere con una potenza insospettabile. Agli uomini rossi corrispondono donne di tutti i colori, cioè donne il cui cuore sa tingersi di tutti i colori dell'iride.
Vi sono quindi varietà innumerevoli di tipi: è forse l'unica città di provincia dove si possono trovare, vicine, le caratteristiche opposte: la vergine pallida e sognante, e la cortigiana di grande stile, carica di tutti i fascini, di tutti i vizi, e di tutti i profumi della modernità.