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scina quasi automaticamente; mentre siete voi, proprio voi che volete fuggire la noia, e vi slanciate a occhi chiusi verso i più gravi pericoli.
Franco Arbace era arrivato a un punto in cui si sentiva costretto a riflettere, sul suo passato e sul suo prossimo futuro: a fare il bilancio della sua azione. E poichè la sua volontà tentava di ribellarsi a quest'impulso, qualcuno nella sua coscienza parlava e rifletteva per lui. Press'a poco così:
— Franco, amico mio, tu non sei un uomo comune: eppure fin'ora la tua vita è stata mediocrissima. Che cosa hai fatto, di bello, di utile, di geniale? Nulla. Di che cosa ti sei occupato? Di donne. Che scopo hai raggiunto con esse? La felicità? non ci credi. L'amore? non lo vuoi. Il piacere? forse qualche volta. Troppo poco, per una attività di parecchi anni. E poi? Ti senti in grado di seguitare così? Vale la pena di spendere una giovinezza fiorente, un'intelligenza non banale, una energia esuberante, nel collezionare capigliature femminili, il cui profumo non resta nella tua camera che l'intervallo di attesa fra l'una e l'altra? Ti sembra che questo dilettantismo erotico, questa ricerca dell'avventura per l'avventura, possa bastare a riempire un'esistenza? Il numero: ecco ciò che hai conquistato. Quale grossolanità di spiri-