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del suo spirito aderente ad una forma superiore di vita.
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Quando lo vide, nella bianca corsia, casta e fresca di amorevole pietà per tutto il rosso e il rovente delle ferite che conteneva, Glorietta si slanciò verso il suo letto, gli si inginocchiò di fianco, prese la sua mano che usciva dalla fasciatura, la baciò lungamente, devotamente, come la reliquia di un grande, di un divino sacrificio.
Franco aveva un po' di febbre. E dagli occhi accesi ed intensi stillarono delle lacrime, gonfie di felicità e di gratitudine.
Non aveva immaginato, il ferito dolorante che in un attimo di disperazione aveva invocato la morte, che Glorietta, la lontanissima frigidissima irriducibile Glorietta, sarebbe volata a lui, con un così pronto e deciso slancio di donna innamorata, rivelandogli all'improvviso una realtà immensa e prodigiosa, alla quale egli non credeva ormai più.
L'infinita felicità di quella rivelazione lo avvolse di delirio. La sua febbre salì, gli arroventò le vene, lo squassò terribilmente per tutta la notte. Tutta la notte Glorietta fu al suo fianco, soave e angosciata, tremando per la sua vita e per la propria, e offrendo sè stessa e tutta la sua speranza di gioia perchè