Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 264 — |
to, allora — oh Signore Iddio, fate che questo sia! — meglio morire tutti, meglio inabissarci in massa fino all'ultimo italiano, fino all'ultimo combattente, e che sia la fine di tutto, per sempre!
*
L'ospedale 271 era vicino a Primolano.
Glorietta vi giunse in un'alba perlata e ridente di maggio alpino, e fu invasa da una gioia infinita nell'entrare, lei, piccola donna sola ed inerme, in quell'atmosfera di fuoco, di grigia metallicità, di severa disciplina e di febbrile tensione.
Gioiva di trovarsi in un ambiente di energia e di movimento, che spalancava orizzonti sconfinati alla giovinezza edificatrice e rinnovatrice.
Ambiente rivoluzionario, così lontano dai vecchi ambienti cittadini convenzionali ed ipocriti. Là solo chi ha maggiori possibilità di lavoro e di lotta, può esistere e comandare. I vecchi, i fiacchi, gli anemici, sono esautorati e scartati brutalmente per selezione automatica.
Comprese in un attimo, Glorietta, l'evoluzione spontanea di Franco, e si sentì più che mai vicina a lui, desiderosa di lui, innamorata della forza e dell'eleganza suprema