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base classista, cioè buona a smembrar le Nazioni, a dissolverne l'economia, a creare il disordine, abbattendo i principii basilari del reggimento politico dello Stato, le forme legittime della convivenza, le insegne dell'Autorità. Ma questo pericolo a Franco non pareva probabile, in quanto i socialisti italiani erano in maggioranza riformisti, e l'unico uomo che avrebbe potuto scatenare la rivoluzione del popolo in Italia, convertitosi spontaneamente alla Patria e alla Guerra, era al fronte a compiere il suo dovere di volontario in divisa di bersagliere.
Allora, la rieducazione italiana nel senso nazionale, l'eliminazione della vecchia classe dirigente formata di decrepiti e di mosci, di pedanti e d'incapaci (socialisti sì, ma anzitutto liberali, democratici e massoni) doveva avvenire attraverso un processo di auto-investitura di una coscienza collettiva della gioventù combattente, che, vinta la guerra, dato alla Patria sul fronte nemico quanto era in essa di dare, rovesciato il fronte, si voltasse contro il nemico interno, marciando con le stesse armi e lo stesso arditismo che piegava l'austriaco, a conquistarsi una Patria nuova, un'Italia ripulita e ringiovanita, nei Capi, nelle Idee, nello spirito animatore, nelle direttive, nelle volontà, sulle tracce la-