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mante avventizio, chiuse gli occhi. Ma appena si sentì le labbra dell'intruso sulle sue gridò con tutta la sua voce di intima, disperatamente supina: Franco! Franco! aiuto!...

Franco difatti comparve, col solito sguardo freddo e tagliente, e poiché la ragazza comprese che non poteva sperar nulla da quello sguardo, lo supplicò:

— Resta qui, resta qui almeno. Ti obbedirò, ma non te ne andare.

Situazione scabrosa, imbarazzo dell'amico, istantanea discesa del barometro erotico. Alla fine, visto che non era proprio possibile compiere il mostruosissimo rito, l'amico se ne andò insoddisfatto, stringendo con tutto il suo malumore la mano di Franco Arbace e proclamandolo il più amato, ma anche il più esclusivista degli uomini.

Senonchè due ore dopo, se ne andava anche Natalia, e per non più tornare.

*

Questi gli episodi più salienti di quel primo periodo della sua vita di amatore. Tutto il resto non fu che una ripetizione piatta e sbiadita degli stessi atti, con le stesse formule e gli stessi procedimenti. In fondo a questa lunga serie di avventure, nessuna delle quali gli portò l'amore, Franco Arbace credè sin-