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Glorietta aveva appena immerso nell'acqua tiepida della vasca le sue lunghe gambe ambrate, che udì dietro la porta, sul corridoio, prima un bisbiglio confuso, poi uno stropiccio di passi, un fruscio di vesti, e delle risatine fra sussurri di parole in sordina.
Allarmata, si appoggiò con le mani ai due parapetti della vasca e ascoltò. Poi, sentendo freddo, s'immerse fino al collo, suscitando un commento festoso di acque riderelle intorno ai suoi piccoli seni galleggianti.
Allora il bisbiglio, lo stropiccio, il fruscio, e i sussurri, divennero voci e rumori, poi schiamazzo, poi baccano.
Era l'allegra banda delle amiche e degli amici, che, alle nove di mattina, osavano venire a destare la principessina dormiente, per condurla alla consueta partita di tennis. La cameriera aveva rivelato che la signorina entrava allora allora nel bagno, ed ecco che la comitiva dava l'assalto al bagno.
— Vergogna! Non essere ancora pronta!
— A quest'ora: le 9 sonate!
— Pigrissima creatura!
— Ti vediamo, sai, attraverso il foro della chiave!
— Seguiamo tutte le tue evoluzioni.
Glorietta mandò uno strillo acutissimo,