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ogni sacrificio per eseguire la volontà di lui, suo dio e padrone. Franco la perdette per aver abusato di questo potere.
Un giorno, parlando di gelosia con un amico, egli giurò che non aveva mai provato questo sentimento, che anzi non riusciva neppure a concepirlo. Vanteria che doveva costargli cara! L'amico lo prese in parola, gli propose di metterlo alla prova: poichè Natalia era graziosissima, le avrebbe fatto la corte, avrebbe tentato di portargliela via sotto i suoi occhi.
Franco lo interruppe:
— Non vi riesciresti in cent'anni.
— Ebbene se davvero non sei geloso, devi essere tu stesso a convincerla di cedere a me..
— Ma poi?...
— Per una volta sola. Poi tornerà in tuo esclusivo possesso.
— È una cosa ardua. Conosco Natalia....
— Ebbene, rinunzia allora, e dichiarati geloso, geloso come un Otello, come tutti gli Otelli di questo mondo.
— Ma neppure per sogno. È un terreno sul quale non cedo. Non sono geloso.
— Bisogna dimostrarlo. Finora io non ho elementi per crederlo.
E Franco Arbace, uomo così pratico in tutte le cose della vita, fu tanto sciocco da cedere alla tentazione, e compì la bravata.