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trincerone. Irritato per l'insuccesso del giorno prima e per la perdita inutile di tante giovinezze preziose, Cristoforo Baseggio era deciso ad agire, supplendo con l'audacia e la volontà all'inferiorità di mezzi e di posizione.
All'alba del giorno 5 l'attacco fu iniziato. Il Comandante salì con la sua Compagnia attraverso il bosco, e giunse in breve sotto l'ala sinistra nemica sul trincerone, dove si trovava una capanna fortificata tipo «blockaus».
La salita fu superata rapidamente, in perfetto silenzio. Al centro dei suoi Arditi e con al fianco il suo nuovo amico Franco, traboccante di entusiasmo, il capitano procedeva deciso, mentre il fuoco di preparazione delle batterie da montagna e delle batterie pesanti di Bagni Sella battevano in breccia il trincerone, con effetto morale disastrosissimo.
Giunto a contatto col nemico, Baseggio fece cessare il fuoco delle batterie, che aprirono subito tiri d'interdizione sugli approcci che da S. Osvaldo potevano condurre rinforzi al Volto; poi si dispose all'attacco. Ordinati i plotoni, sbucò con essi all'improvviso fuori del bosco, lanciandosi sul pendio prativo, allo scoperto, sù verso il ridotto. Lo spettacolo dei bersaglieri caduti nell'assalto sfortunato del giorno innanzi, e giacenti in pose macabre sul prato, fu tale che esasperò