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Ma Franco sentì che quel bacio era troppo rosso per quella neve tanto bianca, e quel corpo di fanciulla troppo delicato per quella impetuosa vertigine.
E rallentò la stretta.
E staccò la sua bocca dalle labbra di colei che pareva una vittima.
Ma nel distacco sentì che tutta quella purezza ermetica aveva forse una banale origine, un'umile sorgente: ed era il disordine dello stomaco.
Il respiro malsano di colei che adorava, gli spiegò in un lampo tutta la negazione opposta ai suoi richiami di vita e d'amore. Era questione di salute fisiologica, e nient'altro.
Partì, convinto di aver fatto una importante scoperta.
*
Nel fango del Carso, nelle interminabili notti insonni di febbraio, egli ripensò sovente a quell'unico bacio che il suo desiderio aveva voluto strappare all'amore: timbro rosso su una gran busta bianchissima e suggellata: e ne scrisse timidamente a Glorietta chiedendole se quel gesto isolato di passione avesse lasciato qualche traccia sulla gran distesa di neve, o se fosse stato sepolto da una nuova nevicata cimiteriale.