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Franco lo guardò di scorcio, e gli parve che avesse un sorrisino ironico all’angolo delle labbra.

— No, perchè?

— Volevo dirti... è meglio buttar via l’acqua rimasta nella borraccia...

— Perchè mai? L’acqua qui è preziosa.

Il soldatino esitava.

— Perchè dunque? Parla.

— Sai dove l’ho presa quell’acqua là?

— Io no.

— In quei fosso dove giaceva il cadavere dell’austriaco.

Franco fece una smorfia di disgusto, poi allungò un cazzotto nei fianco al soldato.

— Che schifo!

— Preferivi morir di sete?!

Franco cercò distrarsi collocando il suo «91» nella feritoia, mentre la sensazione di disgusto fu presto cancellata dalle parole di un fante sconosciuto che gli aveva brontolato all’orecchio: «Il nemico è lì, a quaranta metri». Poi si guardò attorno, con interesse. Silenzio su tutta la linea; come se le stelle che ammiccavano dall’alto, fosforescenti, vegliassero sul sonno pacifico degli uomini stanchi della giornata di azione, abbracciati alla terra materna con fiducia d’amore. E non gli parve affatto che, fuori di quel budello di terra che d’ora in poi avrebbe costituito tut-