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sensazioni, d’oggetti. Non aveva amato se non ciò che aveva conosciuto. E non aveva conosciuto che cinque o sei cose in tutto: donne di mondo, uomini di mondo, teatri, mobili costosi, vestiti eleganti, automobili, profumi, ghiottonerie. Ecco tutto il suo mondo. Ecco perchè adesso s’interessava così morbosamente di tutto ciò che era l’opposto, e che gli apriva degli spiragli su tanti orizzonti nuovi e sterminati.
Si dedicò dunque con energia a immergere le mani nella pasta densa e vitale della realtà. Ogni giorno ne conobbe un aspetto, ne scrutò un profilo, ne sondò una profondità. Le forze della materia gli si rivelavano una a una, con una specie di fretta convulsa, come se una mano febbrile strappasse i veli che finora gliele occultavano.
La durezza, il peso, la violenza, l’elasticità, l’energia dinamica furono per lui altrettante folgori vittoriose che spaccarono lo strato molliccio e sensitivo in cui s’era fino allora dondolato.
Cominciò ad avere una curiosità folle per tutto ciò che conteneva qualcuna di queste qualità.
Lo zaino gli parve un piccolo universo buffo, complicato e incasellato, nel quale il corpo umano deponesse i suoi segreti.
Le scarpe chiodate avevano una sagoma