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notti che avevano tutti qualcosa di rosso al collo: o un fazzoletto, o una camicia, o una cravatta.
Franco si sporse dalla vettura. domandò:
— Chi sono?
— Sono i volontari garibaldini che vanno ad arruolarsi nella Brigata Alpi.
— E per dove partono?
— Per Perugia o Spoleto, dove li vestiranno.
— Dove si sono arruolati?
— Al Distretto.
Franco non chiese altro. Ordinò al vetturino di seguire la folla fino alla Stazione. Là vide partire i volontari tra il delirio e le lacrime delle donne, li vide correre all’assalto dei vagoni con una violenza che sentiva già la battaglia, e partire cantando e vociando tra le fronde verdi che sembravano nascere dai vagoni. Poi tornò rapidamente in città, si recò al Distretto.
Molta gente. Studenti, operai, contadini, donne. Tutti si agitavano nel cortile, si incanalavano nelle scale strettissime, si pigiavano davanti agli sportelli, nei corridoi. Salì anche lui, domandò, ebbe qualche risposta distratta. Finalmente ebbe un foglio tra le mani, lo riempì.
«Il sottoscritto Arbace Franco, della classe 1890, distretto di Roma, di terza catego-