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Il suo sguardo a Mario fu di supremo stupore e di suprema delusione.
— Sapevo... sapevo queste cose... me l'avevano detto che il cinematografo è un covo di banditi... Ma che voi... proprio voi..... dopo tanta amicizia, dopo una intimità così affettuosa, dopo tante ore vissute insieme.... doveste parlarmi così per rivelarmi tutto lo sconcio del mondo in cui vivete, questo non me lo sarei mai aspettato!
Mario capì di aver vibrato un grave colpo. Volle rimediare.
— Maura... perdonate... Maura, non disprezzatemi completamente... Voi sapete che io vi amo, sì, vi amo, voi lo sapete perchè non si ignora mai il sentimento che si suscita negli altri... Se ora sono apparso come una belva in agguato, ho questa grande attenuante: Che vi amo; e per avervi tenterei qualunque via, perchè so che non è facile conquistarvi, perchè la vostra bellezza, il vostro fascino, la vostra finezza, sono elementi indispensabili alla mia vita, e sento di non poterne fare a meno. Capite, Maura?
La donna si fece seria e triste. Si mise a guardar fuori della vetrata.
— Ahimè... — seguitò Mario — sento di avervi perduta, sento che ho messo un abisso fra il mio desiderio e voi. Dunque non mi perdonate?