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za avvertire sulla sua pelle altra sensazione che il collo di Glorietta sostenuto dal suo braccio.
Ma a un tratto gli parve di inciampare, di cadere a terra, in fascio col suo amore; e allora si svegliò e si trovò addosso il petto singhiozzante di Maura, e vide gli occhi arrossati della donna che lo guardavano con folle paura, e capì che il sogno era finito.
Franco avrebbe voluto stringere fra le dita la gola della sua amante non più amata, avrebbe voluto uccidere colei che lo faceva inciampare mentre camminava in sogno col suo amore.
Ma ebbe la certezza che sarebbe stato infelice lo stesso, e subito una profonda pietà per sè stesso gli dilatò il cuore, e le lagrime più disperate gli salirono agli occhi dandogli un grande snervamento.
Allora abbandonò la sua faccia fra i capelli di Maura, e non sentì nessuna ribellione a starle vicino.
Maura gli chiese in un bisbiglio, all'orecchio:
— Dimmi: l'ami dunque tanto?
Franco non rispose, e pianse su di lei, con lei che fu riafferrata dai singhiozzi.
Maura se lo abbracciò stretto stretto, se lo tenne su di sè come un bambino ammalato, lo cullò fra le braccia, lo inondò di lacrime e