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Franco s'infiammò. Passò un braccio sotto le gambe dell'amante, l'altro alla vita, si fece circondare il collo col suo braccio nudo, e la portò di peso, ridente e guizzante, nell'alcova. La depose sul letto, e incominciò a slacciarle la vestaglia.
Ma quella sera Maura, non appena si sentì presa dalla forza dominatrice del maschio, scoppiò in un pianto nervoso e lacerante, che la spezzava in grandi scosse rovinose.
Franco capì che Maura sapeva tutto, ma eccitato sfrenato da quel pianto, egli la possedette con una violenza inaudita, rabbiosa.
Poi, quando staccò la sua faccia dalla spalla di Maura, e le vide tutto il viso inondato di lagrime, Franco sentì che in quel momento incominciava ad odiare la sua amante.
*
Tutta la notte quel pianto bagnò il guanciale comune.
Franco a poco a poco si distaccò dalla donna, e incapace di mostrarle in alcun modo della pietà, incapace di una sola carezza buona, restò supino a una certa distanza, a pugni chiusi, invocando disperatamente l'immagine di Gloria, lontana, sfuggente, perduta.
Maura, presso di lui, senza muoversi, scos-