Vider per la campagna
La magica montagna
E con gioia rubesta
Ne distaccâr la cresta.
Piombasti e fosti Venere.
Fra citaredi e schiavi
Per te strisciò la polvere
Il folto crin degli avi;
Avesti ara e ghirlande.
Sacerdotesse blande,
Languide danze e fumi
Di roghi e di profumi.
Se ti vedeva il libero
Motteggiator d’Egina
Che il genio avea del fäuno
E la barba caprina,
Per te molceva il riso
Del suo beffardo viso
E in dorica melòde
Sciogliea sull’arpa un’ode.
Poi t’ebbe Roma, emporio
Di statue e di colonne,
Teatro allor di Veneri
Com’oggi di Madonne,