Oggi, marmoreo enigma
Dall’olimpico stigma,
Di tant’arte non resta
Che un busto senza testa.
Pur nelle tronche viscere
La Dea non è ancor morta,
Un’agonia di secoli
La fece fredda e smorta,
Ma nella nuda fibra
Palpita, guizza, vibra,
Quasi monco serpente,
L’Eginetica mente.
Così le fece il genio
Le piaghe sue più grame,
E le eternò il martirio
Di Mosca e di Bertrame.
Pur colle rotte braccia
Quel torso ancor m’allaccia,
E al secolo che raglia
Sembra cercar battaglia.
O monti! o cime candide
Della serena Paro!
Brezze marine! tremulo
Irradiar del faro!