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148 LEGGENDA SECONDA

della terra, e vidi il nido della Fenice, e vidi la regione dei fieri antropofàgi, e poi quella dei savi Siasenesi. Più in là d’Egitto e d’Arabia e di Siria e di Giudea corsi, e sul lago d’Asfalte e sopra il monte Nibes viaggiai, ma sempre l’urlo mi seguia della voce. Un secolo viaggiai. Trovai nell’India un giardino che aveva le siepi d’oro e i ruscelli d’ambrosia, era l’Eden, v’entrai, ma il mio tumulto sentivo ancora più, fuggii... Trovai nell’Africa la placida isoletta di Menne ove ha sorgente Lete. Io mi gettai tutto in quell’acqua che anebbia il senso della memoria... ah! come foca che all’onde si ravviva crescea la voce; ed or la sento ancora strepitar nel cerèbro. Oh! santo frate! Deliberami tu!
Frate:
maùt maidrociresìm mangàm mudnùces, suèd ièm erèresim.


(In basse preghiere
     Sta il frate raccolto,
     O santo Gesù!
     Il suo miserere
     Le cifre ha sconvolto
     Coi piedi all’insù!)