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Il laicismo mira precisamente a questo, giusta i disegni della Massoneria, che l’ha inventato e lo propugna.

E pur troppo riuscì a diffonderlo quasi dappertutto, anche fra di noi. Che ne avvenne? Ne avvenne quello che doveva necessariamente avvenirne. Tolta la religione, la società non può a meno che disciogliersi a poco a poco; manca il cemento che la unisce e la vivifica. Nè vale il dire che la religione può ben sussistere e prosperare dacchè vi sono le chiese, dove i preti hanno libertà di predicare e di uffiziare. Quanto alla libertà di predicare, non è vero che l’abbiano tutta. Ad ogni modo, la religione ha bisogno ed ha diritto di manifestarsi anche fuori di chiesa e proibirglielo è ingiustizia e tirannia.



Bisogna essere cristiani dappertutto
ed in ogni tempo.

Il grande inganno di molti, anche cattolici, sta in ciò, di considerare la religione in modo troppo superficiale, riducendola ad un complesso di cerimonie, senza penetrarne lo spirito e la sostanza. La religione deve influire sui pensieri, sugli affetti e sulla vita intiera dell’uomo, come sull’indirizzo della società tutta. Gli atti principali del culto si compiono nei templi: ma i frutti della religione si raccolgono fuori. Non si può essere cristiani solo nella casa di Dio: bisogna esserlo dappertutto: dappertutto deve accompagnarci il pensiero di Dio ed ispirare ogni nostra azione, sicchè nulla da noi si operi in contraddizione alla fede cattolica. E debbe essere cristiano non solo l’individuo, ma anche la famiglia, ed anche la società in quanto tale, in tutte le sue