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§ 7. — Cambio treno.


Pensavo:

— « Riscatterò la Stia, e mi ritirerò là, in campagna, a fare il mugnajo. Si sta meglio vicini alla terra; e — sotto — fors’anche meglio.

« Ogni mestiere, in fondo, ha qualche sua consolazione. Ne ha finanche quello del becchino. Il mugnajo può consolarsi col frastuono delle macine e con lo spolvero che vola per aria e lo veste di farina.

« Son sicuro che, per ora, non si rompe nemmeno un sacco, là, nel molino. Ma appena lo riavrò io:

« — Signor Mattia, la nottola del palo! Signor Mattia, s’è rotta la bronzina! Signor Mattia, i denti del lubecchio!

« Come quando c’era la buon’anima della mamma, e Malagna amministrava.

« E mentr’io attenderò al molino, il fattore mi ruberà i frutti della campagna; e se mi porrò invece a badare a questa, il mugnajo mi ruberà la molenda. E di qua il mugnajo e di là il fattore faranno l’altalena, e io nel mezzo a godere.

« Sarebbe forse meglio che cavassi dalla ve-