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deve sorgere spontanea dalle opere stesse, altrimenti si avranno edificî bene architettati, ma privi di fondamento reale e però al tutto effimeri. Conviene pure tener conto dell’indole delle singole popolazioni. Altri usi, altre tendenze si manifestano in luoghi diversi. Quel che importa è che si lavori su buon fondamento, con sodezza di principî, con fervore e costanza, e se questo si ottiene, il modo e la forma che prendono le varie opere sono e rimangono accidentali.

Per rinnovare infine ed accrescere in tutte indistintamente le opere cattoliche l’alacrità necessaria, e per offrire occasione ai promotori ed ai membri delle medesime di vedersi e conoscersi scambievolmente, di stringere sempre meglio i vincoli della carità fraterna tra loro, d’animarsi l’un l’altro con zelo sempre più ardente all’azione efficace, e di provvedere alla migliore solidità e diffusione delle opere stesse, gioverà mirabilmente il celebrare di tempo in tempo, secondo le norme già date da questa Santa Sede, i Congressi generali o parziali dei cattolici italiani, che devono essere la solenne manifestazione della fede cattolica e la festa comune della concordia e della pace.


Ci resta a toccare, Venerabili Fratelli, di un altro punto di somma importanza, ed è la relazione che tutte le opere dell’azione cattolica devono avere rispetto all’autorità ecclesiastica. Se bene si considerano le dottrine che siamo andati svolgendo nella prima parte di queste Nostre Lettere, si conchiuderà di leggieri, che tutte quelle opere che direttamente vengono in sussidio del ministero spirituale e