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piccole occupazioni. 81

«Supponendo che Prospero non possa lavorare per una quindicina di giorni, — ed è probabilissimo; ora quindici giorni di lavoro, a trenta soldi il giorno, che è la sua paga ordinaria, fanno ventidue lire e mezza. Se gliene mandate venticinque, ce n’è d’avanzo per procurargli un po’ di migliore nutrimento durante la sua convalescenza.»

Lucy ordinò alla Hutchins che le portasse la sua borsa. Osserviamo una volta per tutte, che la Hutchins stava sempre alla mano durante le visite dell’Italiano, o lavorando a lato della padroncina, o ad un tavolino nella sua camera rimpetto alla porta, che stava aperta fra le due camere. Lucy porse un po’ di danaro al dottore.

— «Cinquanta franchi!» diss’egli: «questa è il doppio della somma da me nominata.»

— «I venticinque franchi di più,» osservò Lucy, «serviranno a pagare il medico di Prospero e le medicine.»

— «Prospero non ha medico, nè medicine da pagare. Io sono il medico del paese, e il paese mi paga per le cure dei poveri.»

— «Chi lo provvede dunque di medicine?»

— «Io stesso. Ne ho in abbondanza, e sono anche troppo contento di sbrigarmene. Un dono maggiore di ciò che è assolutamente necessario, servirebbe solo a incoraggiar l’ozio, e farebbe male in vece di bene.»

— «Questo è proprio quel che dice sempre papà,» rispose Lucy. «Per questa volta non insisterò per fare a mio modo, dottor Antonio; purchè promettiate dirmi se mai Prospero avesse bisogno di maggior ajuto; o se mai veniste a sapere di qualche altro bisognoso.»

— «In verità, non mi credo obbligato di farvi una promessa di questa sorta,» disse Antonio con un sorriso che addolcì le parole. «Se vi si lasciasse fare, non passerebbe molto che mi guastereste la gente povera, ma indipendente di questo paese. Sono di già finite le vostre domande?»

— «Appena incominciate. Ditemi ora perchè portaste jeri a visitarmi quell’odioso medico inglese?»

— «Odioso! perchè mai odioso?» domandò Antonio alla sua volta in tuon di maraviglia.

— «Odioso, perchè è così dolce e pieno di unzione. Odio la gente melliflua. Non voglio altro medico che voi. Così non avete bisogno di portare alcuno a visitarmi.»

— «Grazie della preferenza, la quale, se ben mi appongo, debbo alle mie maniere poco cerimoniose. Non c’è pericolo che il dottore Yorke mi faccia concorrenza; a quest’ora se ne sta quietamente in casa a Nizza.»



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