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battaglia campale. 79


sceva troppo bene il caldo e generoso naturale di Antonio per esser certo che, qualunque cenno su questo rapporto da parte del Baronetto, sarebbe stato accolto dall’Italiano co’ sensi della più cortese conciliazione.

Sir John tutto questo tempo se l’era passato passeggiando su e giù per l’anticamera, affacciandosi di tratto in tratto alla loggia, che era da una parte il limite della sua passeggiata, per guardare sulla strada di Bordighera. In una di queste fermate, il Baronetto scoprì i due signori che scendevano a braccetto la collina; — vista che, invece di riuscirgli gustevole, gli fece arricciar tutto ad un tratto le narici, come se le piante di arancio o limone che profumavano l’aria nel giardino, esalassero odori venefici e nauseanti. Comunque, nel momento che i due arrivati entrarono nella sala, sulla fronte spianata di sir John non era restato indizio di contrasto di affetti, e il ricevimento fatto ai due visitanti riuscì graziosissimo. Condiscese perfino a rivolgere al dottor Antonio alcune poche parole civili, ma piuttosto formali, in espressione del suo dispiacere pel malinteso occorso; le quali trassero dall’Italiano una dichiarazione identica nella sostanza, e nel tono molto più soddisfacente. Il dottor Yorke, la cui ansietà, durante questa transazione, si tradiva col frequente suo ricorrere disperatamente alla scatola di tabacco, alla fine tirò un enorme respiro, e disse fra sè: «Eccomi fuori da un bell’imbroglio.» — «Ed ora,» disse sir John volgendosi al dottor Yorke, «mi resta solo di ringraziarvi, e, disimpegnandovi, senz’altro, offrirvi la migliore ammenda che io possa per aver tanto a lungo abusato del vostro tempo prezioso. Volete che io comandi immediatamente che si attacchi la carrozza?» L’alacrità colla quale fu accolta l’offerta, mostrò quanto fosse giunta gradita. — «Bene, dunque, signori, «proseguì il Baronetto, devo lasciarvi intrattenere fra voi, intanto che io colgo l’occasione di spedire qualche lettera di affari a Nizza.» E lieto di avere una scusa per scapparsela, lasciò in fretta la sala.

Sir John fece buon uso del tempo abbisognato per ammannire i cavalli; scrisse lettera sopra lettera: a suo figlio Aubrey diretta in casa m... Square; a’ suoi banchieri; al suo agente in Londra; e al suo fattore in campagna (con istruzioni a questi tre ultimi di dirigergli le lettere e le carte a Bordighera). Oltre di ciò stese una lunga lista di articoli che il suo corriere era incaricato di mandargli senza ritardo all’osteria. Anche a John fu confidata una quantità di istruzioni verbali; tutte le quali cose, lettere, liste, istruzioni, ordini, implicavano l’idea che sir John