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battaglia campale. 77


Se quest’uomo avesse avuto un atomo di sentimento, o di affetto, se avesse avuto riguardo alla relazione in cui ci trovavamo l’uno rispetto all’altro; perchè, in fin dei conti, chi era obbligato io o lui? aveva egli a me fatto servizio, o io a lui? Vedo una carrozza rovesciata; mi affretto a correre in ajuto; io...; ma, ora che ci penso, forse fu una intrusione la mia. Sì, sì, sicuramente! pazzo che fui a non leggerlo immediatamente in viso al vecchio! Sì, egli aveva ragione. Che diritto aveva io d’occuparmi del piede della signorina e di fasciarlo, e di fare quel che feci, senza chieder prima licenza a quest’Inglese potentato? Quando lo rivedrete, vi prego di fargliene le mie scuse sincere, e dirgli che non peccherò mai più in questo verso. Ch’io sia frustato se lo faccio di nuovo! Possono d’ora innanzi rompersi e piedi e braccia e collo le signore inglesine, ma non esibirò più ajuto in tali strette.»

Avete mai veduto un abile pescatore alla canna, con un grosso salmone all’amo; avete mai guardato come abbandoni al pesce infuriato tutta la lunghezza dello spago senza il minimo ostacolo; anzi abbandoni spago e canna quanto più può, incoraggiando la sua preda a consumar le sue forze; e come aspetti il momento che siasi esausto per qualche vigorosa scappata, e quindi, con un tratto abilissimo, gitti la sua preda palpitante e perduta sulla riva? Nell’istesso modo l’astuto dottor Yorke lasciò che il suo giovine amico continuasse senza interruzione la sua filippica, dando alla sua ira spago abbondante, e attendendo nello stesso tempo il favorevole punto per dare il colpo e tirarlo a terra d’un tratto.

— «Ma la signorina,» disse il dottor Yorke, profittando della prima pausa: «voi non dite motto della signorina. Si condusse male anch’ella?»

— «Oh! benedetta,» disse Antonio con voce subitamente raddolcita, «no; fin da principio mi fu grata e gentile!»

— «Perchè dunque, in nome del cielo,» sclamò il piccolo dottore con una mossa subitanea che lo pose a faccia a faccia con Antonio, «volete far ricadere i peccati del padre sulla figlia innocente?»

Antonio tacque.

— «Benissimo,» disse il dottor Yorke, «capisco il vostro silenzio. Per me la questione ora si è (tirando lo spago): chi curerà miss Davenne? Voi non volete e io non posso.»

— Non è carestia di medici,» rispose Antonio con sinistro sorriso; «ce n’è uno a Ventimiglia, un altro a San Remo. Ho già dato a sir John Davenne il nome e l’indirizzo di ambedue.»