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che una semplice slogatura possa impedire una persona dal viaggiare in una carrozza agiatissima, per lo spazio enorme di quaranta giorni?»

Il dottor Yorke sentendo a sè fatto un appello così diretto, cavò fuori della saccoccia una scatola d’oro massiccia, con sopra un’iscrizione: vi battè i tre colpi sacramentali, offerse tabacco a sir John, che non ne volle; ne tirò egli una presa; e dopo un istante di compiacenza e di meditazione, disse che a quella domanda non era facile rispondere come pareva a batter d’occhio. Generalmente parlando, una semplice slogatura si guarisce in una o due settimane; benchè potesse aggiungere di avere nel corso della sua pratica incontrato casi accompagnati da sintomi tanto aggravanti, da rendere necessario un assoluto riposo, per un tempo più lungo di quello menzionato dal Baronetto. Ora in quale categoria aveva a porsi la slogatura di miss Davenne? Questo era il punto in questione; e che nessuna cosa, proseguì il dottor Yorke, poteva decidere, salvo un’accurata ispezione del piede.

— «Questo esattamente,» fece eco sir John: «un’accurata ispezione di persona della professione ed esperienza vostra, è quanto io posso desiderare. Mi inchinerò volentieri alla vostra autorità.»

— «Dunque, sir John, men tempo perdiamo tanto meglio sarà,» osservò il dottor Yorke. «Si trova qui il signore Italiano?»

Sir John rispose di no.

— «Vi prego di mandarlo a chiamare immediatamente, perchè la sua presenza è indispensabile.»

— «Me ne dispiace, dottor Yorke,» rispose il Baronetto alquanto ritenuto. «Quando il dottor Antonio fece questa mattina la sua visita, disse di una chiamata avuta per un posto lontano, d’onde non era probabile potesse tornare prima di sera.»

— «È cosa assai strana!» sclamò il dottor Yorke: «non sapeva che avevate spedito a chiamar un medico in Nizza per far un consulto?»

Sir John, con imbarazzo crescente, fu obbligato a confessare che di ciò non aveva parlato al dottor Antonio.

— «Che Dio mi benedica, ma questa è una grande sconvenienza!» disse il piccolo signore cominciando a farsi molto confuso. «Non sapete, mio caro sir John, che è una regola, una regola canonica fra noi medici, di non esaminar mai il malato di un altro se non in sua presenza? Siamo in un bell’imbroglio,» aggiunse egli mentalmente fra sè.