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coteries, il Baronetto non esitò un momento. La casa in Londra mostrò di nuovo le sue finestre chiuse — questo squallido segno di abbandono; e la guardaroba di Davenne dovette lavorare un mese a vestire tutta la mobilia; e sir John e sua figlia si recarono in Roma.

Il sacrifizio ebbe compenso. L’inverno nel 1839-40 fu il più bello e più dolce di cui fosse memoria in Roma; e sei mesi di quell’aria soave e geniale respirata da Lucy, ebbero sul suo temperamento un effetto salutevolissimo. Sir John ne fu tanto contento, che, coll’approvazione di un medico inglese di fama, determinò prolungarvi la sua dimora sino alla calda stagione; viaggiare in Isvizzera la estate e tornare in piazza di Spagna un altro inverno. Proprio mentre faceva tutti i suoi preparativi, venne una lettera di Aubrey, ora capitan Davenne, datata da Madras, che annunziava per il prossimo aprile il suo ritorno in permesso per tre anni. Questo rese necessaria una modificazione nel disegno di sir John. Dovevano lasciar Roma prima di quello si fossero proposto; e nel loro itinerario, l’Inghilterra doveva prendere il posto della Svizzera. Fu la sola condizione imposta dal medico consultato di nuovo: che facessero il viaggio per mare e non per terra; risparmiando a Lucy convalescente fresca ogni fatica possibile.

In esecuzione di questo parere, sir John e sua figlia, verso la metà di marzo, s’imbarcarono a Civitavecchia a bordo del vapore postale diretto a Marsiglia; il mare, quando partirono, era come un lago; ma il bel tempo durò solo poche ore. Uno di quei venti furiosi, nel Mediterraneo frequentissimi in questa stagione, venne improvvisamente lor sopra. Il bastimento, con ambe le ruote fuor di servizio, restò per una notte e un giorno in balìa dei venti e delle onde; e soltanto dopo essere sfuggiti a mala pena da naufragio nel golfo di Spezia, i passeggieri furon messi a terra nella città di questo nome a levante di Genova. Il prolungato terrore e il mal di mare aveano tanto sfinito Lucy, che non poteva più muoversi nè stare in piedi. Bisognò pertanto portarla a terra in così misero stato; e ci volle più di una settimana di riposo, prima che potesse riavere la forza sufficiente a proseguire il viaggio: — questa volta per terra e a piccole giornate; col corriere spedito ogni mattina avanti a preparare i migliori comodi possibili per la notte. Per disgrazia, quella spossatezza non era effetto della paura e del mal di mare soltanto. Alcuni de’ vecchi sintomi, svaniti durante la dimora in Roma apparvero per somma inquietudine di sir John.

Fu il quarto giorno dopo la loro partenza dalla Spezia,