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tale essere lo splendore della sua famiglia, da poter supplire ad ogni difetto — nello stemma della sposa di sua scelta — quand’anche egli avesse sposato la figlia di un ciabattino. Nella primavera dell’anno che seguì questo matrimonio, nacque il suo figlio ed erede; il quale divenne il punto in cui e il suo orgoglio e i suoi affetti si concentrarono: essendo venuta, solo nel 1820, quando cioè il piccol Aubrey aveva ott’anni, una bambina a far valere anch’ella i suoi diritti alla parte delle cure e dell’amor paterno.

Nel 1815, quando il continente fu riaperto ai viaggiatori inglesi, sir John, impedito nella sua gioventù dal fare il giro d’Europa, pensò essere conveniente di supplire, benchè tardi, a questa mancanza della sua educazione aristocratica; e colla moglie e il bambino spese alcuni mesi a visitar la Francia, la Germania e l’Italia. È quasi inutile dirlo, che la dimora all’estero di sir John lasciò intatta la ragnatela di pregiudizii sparsa sopra la sua mente, che ritenea tenace tutte le mosche morte delle sue nozioni giovanili. Il conversar con gente e ritrovarsi fra costumi stranieri — . quel conversare almeno che potea permettergli la sua alterigia fastidiosa; e il perpetuo timore di derogare ad essa; più che altro rinforzò quello che sir John riputava suo patriottismo, il quale patriottismo limitava tutto quanto l’onore, il merito e la bontà, dentro lo stretto circolo nel quale egli era nato, viveva e muovevasi.

Poco dopo questo viaggio all’estero, essendo vacato un posto nella deputazione di *** shire, ove Davenne era situato, sir John fu istigato a rappresentar la contea: ma rinunziò a quell’onore, come di fatti aveva rifiutato costantemente di essere eletto dal circondario della sua famiglia. Sir John aveva sufficiente buon senso per conoscere che non era nato fatto per risplendere come oratore, nè come uomo di Stato; e aveva troppa alterigia per figurar solo fra i muti «sì o no» della Camera. Ma quest’ambizione che non aveva per sè, l’accarezzava, e credeva avere ampia ragione di accarezzarla per suo figlio. Aubrey era un bell’Ercole di fanciullo, pieno della dissipatezza e arroganza della infrenata gioventù dei ricchi. I suoi istinti elevati, il vivace ardire, e le indomite risposte, erano agli occhi del padre tanti pegni di ingegno precoce. Uomini di mente assai più fine dì quella di sir John, sono in questo acciecati dalla parzialità paterna e dall’orgoglio della progenitura. Aubrey dunque, destinato evidentemente a divenire un grand’uomo, era fin dalle fasce designato per il Parlamento a per gli affari di Stato; e appena uscito d’infanzia, fu posto nelle mani di un aio, il quale doveva con-