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ischia. 333


Lucy si nascose fra le mani la faccia, e lagrime cocenti le corsero fra le dita. Gli altri tre erano commossi quasi altrettanto.

— «Noi li salveremo,» sclamò ella subitamente sollevando il capo in aria di persona ispirata.

— «Noi li salveremo, coll’ajuto di Dio!» dissero il Diplomatico e Speranza. Battista non disse nulla, ma alzò le mani in atto di solenne voto.

Dopo il pranzo, il baron Mitraglia venne a far visita a lady Cleverton. Ella lo aveva incontrato alle riunioni di Corte. Personaggio di grandissima importanza: era barone, generale, ciamberlano — «tre grandi uomini in uno raccolti» — e troppo innanzi nel favore del Re, questo grancroce di innumerabili ordini, perchè gli si potesse negare accoglienza. La conversazione non potè a meno di essere a balzi: la Corte, la stagione, la bella prospettiva, il bello yacht di lady Cleverton, che il barone aveva ammirato in distanza. — Amerebbe egli di andarvi a bordo? Il barone si dolse moltissimo di non potersi valere in quel momento del cortese invito di sua signoria. Egli era venuto in Ischia per affari di ufficio, e doveva tornare immediatamente a Napoli. «Non era venuto, sperava,» diceva lady Cleverton con un forzato sorriso, «a mettere Ischia in istato d’assedio? Quell’«affari di ufficio» l’aveva colpita.

— «Potrei quasi desiderare di essere a ciò venuto,» rispose il barone ringalluzzandosi; «non foss’altro per assicurarmi che voi non ci scappiate uno di questi giorni.» Mentre ciò diceva, dai suoi occhi grigi schizzò come un lampo misterioso alla sua ascoltatrice. «La mia missione presente,» continuò gravemente il barone, «posso confidarla a una signora discreta come voi siete — riguardo alcuni prigionieri politici, — oso dire che non avevate idea di aver siffatti vicini — que’ detenuti laggiù in castello.» E indicò col dito la massiccia fortezza che si vedeva distintamente dal sofà su cui egli stava seduto.

— «Davvero!» fu quello che potè dire lady Cleverton, mentre una nube le passava dinanzi agli occhi.

— «Sì. Il Governo di Sua Maestà fu informato da pochi giorni che in quest’isola da qualche tempo si maneggiavano pratiche clandestine — qualcosa di simile a una congiura per l’evasione de’ prigionieri di cui vi parlava. Non ve ne mostrate turbata, signora; non c’è timore che persone di carattere tanto pericoloso possano essere rilasciate ad infestar la società. Sua Altezza Reale il principe Luigi, che ha il carico, come Ammiraglio del Regno, di quest’isola, mi mandò ad inquisire su quest’oggetto. Non c’è nulla che