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il 18 maggio 1848. | 295 |
Lo spirito d’eroismo che imponevagli quel sagrificio nel più dolce momento della sua vita, gli splendeva nella faccia e risuonava nella voce. Parve trasfigurato in modo sovrumano agli occhi di Lucy. La debole natura di lei si sollevò in questo supremo istante all’altezza che fa possibile ogni sacrificio di sè:
— «Nobil cuore!» dice in un impeto d’entusiasmo. «Andate! E Dio sia con voi e vi preservi. Io cercherò di esser degna di voi.» E cessò di ritenerlo.
— «E Dio vi benedica per queste parole!» esclama Antonio quasi trasumanato, prendendole le mani e stringendosele al cuore. «Dio vi benedica! — Il vostro amore sarà il mio scudo!» Così dicendo, la pose sopra il sofà, e in tono dimesso le disse: «Presto mi rivedrete, o avrete notizie di me.» Fermossi un istante guardando quella forma distesa quasi esanime innanzi a lui, si coprì colla mano gli occhi, e uscì senza dir parola.
Nell’anticamera trovò la Hutchins al suo solito posto; le chiese carta e calamajo; e scritte alcune poche righe, gliele porse. — «Ora andate subito dalla vostra padrona; ella non si sente bene. Se peggiora, mandate a prendere il medico di cui vi ho qui dato il nome e l’indirizzo.»
— «Che! partite, signore?» domanda la Hutchins, indovinando subito il perchè della malattia della padrona.
— «No, non parto propriamente; ma può darsi che non possa tornar qui per qualche tempo. Abbiate cura di lady Cleverton. Addio, Hutchins.» E Antonio porse la mano alla buona cameriera. Il volto della Hutchins cominciò a contrarsi nervosamente; ma obbedendo agli ordini, andò dalla padrona. Allora Antonio, sedutosi alla tavola di lavoro dalla Hutchins, scrisse in fretta una corta lettera, la sigillò, fece l’indirizzo, e, senza arrischiarsi a guardare alla porta chiusa, si mise il cappello e uscì.
Una gran quantità di gente correva forsennata per le vie; distaccamenti di soldati marciavano per ogni verso; la città si copriva, quasi per incanto, di barricate, e già si combatteva in molte di esse: insomma, la guerra civile in tutto l’orrore infuriava nella bella Napoli. Quale mano sacrilega aveva acceso la fiaccola della discordia? Da qual parte era stato tirato il primo colpo? Dai repubblicani ostinatamente impegnati a distruggere la monarchia, come affermò dippoi il partito della Corte, o dal partito della Corte, come asserirono i liberali, il quale aveva a mente fredda preparato la miccia, affidando al caso l’incarico di accenderla, e di sperdere ai quattro venti le libertà