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una lunga e importante corrispondenza antica. Dopo pochi giorni venne in risposta una breve Nota, di cui il contenuto era:
«Se potesse l’autore della Memoria venire in Napoli, e far valere di viva voce gli argomenti esposti in carta, stavano dieci probabilità contro una, che gli sarebbe riuscito. Sua Maestà non era mai stata, come ora, disposta a far concessioni. Non un giorno da perdere.»
E Antonio, non perdette un giorno, e recossi in Napoli. Sapeva pur bene a che lo esponesse un tal passo. Sapeva che le sue intenzioni sarebbero state male interpretate per ispirito di parte; e che sarebbe stato lacerato il suo nome; che sarebbe stato chiamato un fuggitivo, un rinnegato, un traditore, ma non se ne curava. Finchè sperasse di far del bene alla sua patria, non era uomo da lasciarsi spaventare da personali riguardi. Recossi in Napoli. Vide i Ministri, vide Sua Maestà, e caldamente perorò la causa che aveva presa a difendere. — Se ciò facesse con esito, o inutilmente, lo vedremo dappoi.
CAPITOLO XXIII.
Il 15 Maggio 1848.
Il giorno seguente all’ora in cui soleva far la sua visita mattutina nell’osteria, il dottor Antonio presentossi nella sala di Lucy. Non dimentichiamo dire che allora sapeva il matrimonio e la vedovanza di Lucy; — e lo aveva saputo dalla lettera di sir John, che lady Cleverton, esatta alla parola, gli aveva spedito la mattina di buon’ora. Egli salutò la sua bella amica colla solita cordialità; e colla libertà del tempo di prima, cominciò a notare la mala scelta dell’abitazione di lei. — «Un seguito di camere magnifiche e grandiose, osserva il Dottore, ma sconvenienti per voi. Avete bisogno di aria fresca da respirare, e di qualcosa di meglio da vedere nella bella Napoli, che non siano delle belle case. C’è un albergo non molto distante da qui, a Santa Lucia, che vi converrà perfettamente. Certamente non tanto di moda, aggiunge con malizia il Dottore, come Toledo o Chiaja, ma meno rumoroso: nè questo è piccolo vantaggio. Conosco il padrone dell’albergo, che vi racco-