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280 | il dottor antonio |
per sicuro che è segnato come uno dei futuri legislatori di questo paese. E così quel vecchio con occhiali d’oro, che ci passa vicin vicino, qualche fungo della Magistratura e di cui ho dimenticato il nome. Paron..., — qualcosa di simile; ah! Pironti, proprio lui, un intrigante di prima sfera. Tutta gente uscita jeri dal nulla. Solo il cielo sa da dove spuntino! Quell’alto e dignitoso signore nel vano della finestra di faccia,» disse l’Inglese abbassando la voce in rispettoso bisbiglio, «è il fratello del Re, S. A. R. il Conte di Siracusa, una volta Vicerè di Sicilia. Mi fa maraviglia, ma non so chi sia quello a cui sta parlando! È una faccia a me ignota, — qualch’altro parvenu, suppongo.»
Lucy non potè tenersi dal fare un atto di stupore, il sangue le salì alla faccia, e grosse gocce di sudore spuntarono sulla sua fronte. — «Cos’è?» esclamò l’inesperto diplomatico. «Vi sentite male?»
— «Non è nulla — un’improvvisa vertigine.»
— «Volete forse uscire? — Sarà effetto del caldo che fa nella sala.»
— «Probabilmente,» rispose Lucy con voce tremante. Per buona sorte recossi da lei in quel punto lo stesso Ambasciatore inglese, e il diplomatico fece il suo inchino senza altro commento. — A Sua Eccellenza dispiaceva molto, ma aveva ragione di credere che la missione di lord Minto in Sicilia sarebbe stata rimessa di lì a un’altra quindicina di giorni almeno. Nuove complicazioni erano sorte. La viscontessa accolse con molta freddezza questa notizia. Ella non si curava di una piccola dilazione, era anzi possibile che potesse rinunziare affatto al suo progetto. Era troppo ben educato Sua Eccellenza, per fare altro atto che alzar le ciglia a questa dichiarazione inaspettata. Egli che realmente si era preso non poco fastidio per quell’affare, si trovava ora messo da parte senza nemmeno un «vi ringrazio.» Dopo un breve dialogo inconcludente, l’Ambasciatore seguitò a fare la sua serie d’inchini usati, e Lucy alla fine rimase sola.
Il compagno del Conte di Siracusa era un uomo alto, coi capelli e gli occhi neri, che a prima vista mostrava appena di aver passata la trentina. Il suo contegno era pensieroso e sereno; il suo sorriso molto simpatico, il suo portamento nobile ed eretto; in una parola, era il contegno, il sorriso, la figura del dottor Antonio. Invece della sua barba lunga, portava ora dei folti baffi sul suo labbro superiore. Eccetto questa piccola differenza, e un’ombra di pallidezza maggiore di quella di prima, non c’era in lui alcun cangiamento. Pareva giovane e bello a suo modo, come pareva otto anni prima.