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262 | il dottor antonio |
Se a Lucy fossero state concesse le gioje della maternità, — se avesse posseduto un diletto fanciullo su cui versare le sovrabbondanti ricchezze dell’anima sua, tutto sarebbe andato bene per lei; ma la Provvidenza aveva disposto altrimenti. Lord Cleverton aveva aspettato un erede con tutto l’ardore del capo di una novella dinastia; ma troppo bene educato e generoso, nascondeva il meglio che potesse la delusione onde era tormentato. La penetrazione della nobile sposa la fece presto accorta, che, oltre le preoccupazioni politiche, altra cosa opprimeva l’animo del marito e a forza di cercare ne trovò la cagione. È impossibile dire quanto s’indovini rapidamente cosa che ci rechi dolore. Quella scoperta completò la miseria di Lucy: e poche furono le notti in cui non bagnasse i cuscini di lagrime. Quanti grandi per titoli e per ricchezze — invidia del volgo che li riguarda come tanti soli o stelle splendenti sopra il capo, — quanti, guardati da vicino, lasciano vedere qualche guajo misterioso, qualche nascosta tribolazione che li rende compassionevoli! Proprio, come una bella rosa colta con avidità, alla quale tosto cade la splendida corolla, e mostrasi un lurido verme nel calice. Si accorse lord Cleverton dell’aspetto alterato e delle frequenti astrazioni di sua moglie, e ne ebbe pena e dispiacere. Quella grazia ammirabile, quella ricca fluidità di conversazione naturale e animata, che intorno a lei aveva attirato le persone più colte e più liete della società, regolatori della politica come della moda; furono gradatamente sostituiti da una mera formale monotona cortesia. Lord Cleverton, desideroso di sentir parlare della sua casa, come di una delle più gradevoli di Londra — che riguardava cotal riputazione come un sussidio alla sua ambizione, osservava con disgusto crescente, abbastanza leggibile nel suo contegno, quell’alternativa di gioja e di mestizia della sua moglie. Lucy, conscia dell’occhio scrutatore che le stava sopra, procurava nascondere in un perpetuo sorriso l’abbattimento reale da cui era vinta. Ne nacque da ambo i lati un fare forzato; il tempo, come suole, allargò la breccia; e marito e moglie si alienarono ogni giorno più l’uno dall’altra. Noi non pretendiamo sviluppare; solo indichiamo quello stato di cose.
Intanto, mentre la salute e lo spirito di lady Cleverton venivano abbassandosi; i suoi doveri di signora di una delle più splendide e ospitali case della metropoli, divenivano ognora più gravosi; nè giammai lo furono quanto nella primavera del 1847. Il Ministero esistente barcollando, si parlava di un nuovo Ministero, nel quale la pubblica opi-