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256 | il dottor antonio |
bito votò ringraziamenti al Baronetto; commettendo al Sindaco la bisogna di scrivere e di spedire al generoso donatore un indirizzo, esprimente i sensi di gratitudine del paese e del Consiglio; con annessavi una copia del processo verbale della tornata. A questo indirizzo Antonio aggiunse una lettera di ringraziamento da parte sua per il dono del cavallino. Dopo due mesi giunse al Sindaco in risposta una nota veramente laconica. Sir John asseriva schiettissimamente, che non avendo lasciato alcuna somma per il fine indicato nella lettera del Sindaco, egli non poteva accettar ringraziamenti; ma siccome desiderava meritar la buona opinione avuta di lui, chiedeva permesso di acchiudere una cambiale di cento sterline da consacrarsi al bene del paese. Questa lettera, cosa abbastanza singolare, attirò un vespajo intorno alle orecchie del nostro amico. Il Consiglio municipale, riunitosi in fretta e in furia, chiamò alla sua presenza Antonio a spiegare il fatto. Il Dottore lo fece colla pronta lucidezza di mente sua caratteristica. Disse che sir John Davenne avendogli lasciata una somma dieci volte maggiore di quella sufficiente a rimunerarlo per la cura fatta alla figlia di quel gentiluomo; e che non avendo alcun cenno o direzione di quel che s’avesse a fare del sovrappiù; la migliore interpretazione, creduta da lui in perfetto accordo colla generosità di chi l’inviava, era che quel danaro fosse usato dal dottor Antonio in pro del paese. Aveva pertanto giudicato che quello scopo sarebbe stato perfettamente raggiunto per mezzo del Consiglio di città.
La spiegazione non fu creduta soddisfacente, e contro il Dottore insorsero gravi lamenti, quasi avesse compromesso la dignità del Consiglio. Successe poi una lunga e tempestosa deliberazione sul da farsi. Tre membri, noti come creature del Curato e istigati evidentemente da lui, sollecitarono contro Antonio un voto di censura; ma la mozione venne respinta. Un quarto propose che fosse Antonio costretto a dare spiegazione e a fare le scuse al gentiluomo inglese; Antonio rifiutò. Un quinto che il danaro fosse rimandato a sir John, ma nessuno sostenne questa proposta. Alla fine, qualcuno più ragionevole affacciò che la questione fosse aggiornata di lì a sei mesi — modo decente di seppellirla per sempre. Da quel giorno un partito — capitanato da que’ tre amici del Curato, si formò contro Antonio; fu in progresso di tempo accresciuto dalla maggiorità dei preti del paese, e da molte delle divote loro penitenti. Giunse l’animosità a tal punto che il curato malatosi d’indigestione, spedì a prendere il medico di Ventimiglia, sotto la cui cura si mise. Ma tutta questa serie di ostilità, tutta la occulta