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nuovi personaggi e incidenti. | 215 |
ruto, giallognolo, tutto pelle e ossa, i quali ambedue con braccia distese e frenetiche gesticolazioni, procedevano innanzi, apostrofandolo in maniera violentemente teatrale. Sir John cambiò via, spaventato; e l’uomo e la donna dimenantisi e anelanti, ma sempre tenendo il loro posto da ambi i lati dell’attonito Baronetto, mantennero valorosissimamente il loro fuoco. Sir John, disperato, voltò faccia di nuovo, e affrettò il passo quasi fino alla corsa; ma la drammatica coppia si rivolse anch’essa, e affrettandosi in proporzione a camminare, la donna specialmente correndogli dietro in modo accanito.
— «Oh me benedetta!» disse Speranza, per sorte in quel momento guardando da quella parte; «che sarà mai che Milord vostro padre corre così?»
— «Non vedete una donna e un uomo che lo perseguitano?» sclama Lucy tutta impaurita, «forse son ladri?»
— «Oh no! non c’è pericolo di questo,» rispose Speranza. «Ora vedo chi sono: è l’impresario del Teatro di Taggia con sua moglie. Corro giù a vedere che vogliono.»
Un momento dopo sir John arrivò sulla terrazza proprio senza fiato e fuor di sè. «Che cos’è, papà?» gridò Lucy.
— «Come dirvelo, fanciulla?» brontolò sir John. «Un pajo di vagabondi che mi si attaccano come alla loro ombra, armeggiando colle braccia come se fossero energumeni. Non capisco una parola di quel che dicono. Non si può star soli in questo paese, nemmeno in cima di una montagna.»
— «Speranza conosce quella gente,» disse Lucy per placarlo. Sono attori del Teatro di Taggia. Non hanno alcuna cattiva intenzione, ne sono sicura.»
— «Che m’importa se abbiano o non abbiano cattiva intenzione, quando mi fanno realmente male?» rispose adirato il Baronetto. «Al diavolo quella coppia di impudenti vagabondi.»
Lucy stette cheta. Speranza, tornando allora con le due famose lettere d’invito, disse che il signore e la signora Pistacchini, avendo sentito come sir John e miss Davenne si trovassero nel vicinato (non so quanto si sarebbe potuto pagare per sentir dire sir John da Speranza), avevano stabilito di dare una grande rappresentazione in loro onore; ed erano venuti a piedi per tutto quel tratto di strada da Taggia, per pregare il padre e la figlia di volere onorare il Teatro della loro presenza. «Le povere creature soffiano e vanno in sudore come cavalli, e sono stanchi e sfiniti,» continua la giovinetta colla sua voce morente in un bisbiglio, diretto solo all’orecchio di Lucy.