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210 | il dottor antonio |
«sono rari, benchè frughiate per tutta la Cristianità. Un Santuario come questo, mio buon signore, non si trova in nessun altro sito del Cristianesimo: — ma andate in sagrestia, e leggete, vi prego, il Breve Pontificio che vi è appeso: vi insegnerà che questo Santuario di Lampedusa è uguale a Roma — sì, lo stesso in punto di privilegi e di indulgenze, tanto in vita che in articulo mortis. E tutto ciò che può ottenersi in Roma, dove abita Sua Santità, può aversi qui del pari senza alcuna eccezione. Quando il Santuario di Nostra Signora della Guardia potrà dire altrettanto,» concluse con aria di dignità offesa, «allora, allora solamente, lo metterò a pari con questo.»
— «Pure,» persistette Antonio con molta gravità, «quantunque io sia molto lontano dal voler far paragoni, che son sempre odiosi, pure ho sentito da autorità competenti, che ad intercessione della Madonna della Guardia sono accadute di recente alcune guarigioni miracolose.»
— «Può darsi,» disse il Romito con fredda condiscendenza; «lungi da me il pensiero di screditare la Madonna della Guardia. Essa può forse aver guarito qualche vecchio gottoso, o qualche vecchia catarrosa. Ma ha reso mai la parola e l’udito a sordo-muti dalla nascita? ha sanato paralitici inchiodati a letto da venticinque anni? ha fatto mai piovere che si sappia nel giorno successivo alla fatta domanda?»
— «Voi avete veduto dunque dei veri miracoli?» chiese Antonio.
— «Santi chiodi! se ho veduto miracoli? Spero di sì,» proruppe il vecchio con calore. «Vi ricordate l’estate del 1835? No, non ve ne ricordate; non eravate venuto ancora in queste parti. Nemmeno una goccia di pioggia, ve ne do parola solenne, non era caduta da tre mesi interi, e la raccolta delle olive, tanto promettente quell’anno, andava rapidamente in ruina. Non si udiva altro che lamenti per la Riviera. Erano stati fatti tridui, era stato esposto per settimane il Sacramento in giro per le parrocchie; erano state fatte Novene alla Madonna della Guardia,» e in ciò dire sorrise un poco di compassione, «erano state messe in pubblico le reliquie di san Benedetto, era stato portato in processione il Crocifisso miracoloso dell’oratorio di San Sebastiano in Taggia, — eppure nemmeno una goccia d’acqua. Ora tutte le mani erano sollevate in atto di preghiera a Castellaro. E che aspettano i Castellaresi? si domandava da ogni parte. Essi che posseggono un’immagine tanto miracolosa, perchè non la portano fuori? Vogliono forse aspettare che ogni speranza di