Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
gita al santuario. | 205 |
poneva fra lui e «Il bell’ovile ov’ei dormì agnello, Nimico ai lupi che gli fanno guerra.» «Ma mentre discorriamo,» proseguì, «la notte ha steso sulle cose interamente il suo velo, e le lucciole incominciano ad accendere i lor lumicini — segno che è ora ch’io me ne vada a casa.»
— «A casa!» ripetè Lucy stupita; «voi non ritornate di certo a Bordighera questa notte.»
— «Oh no,» disse Antonio, «non supponete che io sia così sleal cavaliere. Vedete quella massa bianca, lì a sinistra di Taggia, con lumi in mezzo?»
— «Ho di già osservato quella casa,» rispose Lucy, «ha non so quale aria di mistero.»
— «È quella che io chiamo casa mia quando vengo a Taggia.»
— «È piuttosto lontana,» disse Lucy, «non potreste restar qui?»
— «Non c’è posto.»
— «Non avete amici a Castellaro?»
— «Nessuno che mi sia caro soltanto la metà dell’amico che mi aspetta in Taggia.»
— «Siete dunque molto affezionato a quest’amico?»
— «L’amo e riverisco con tutto il mio cuore.» Lucy si tacque.
— «Vi ricordate,» proseguì Antonio, «che vi dissi una volta, di tutti i miei simili essere una del vostro sesso quella che teneva il più alto posto ai miei occhi? Ora io mi reco da questa signora. A rivederci a domani, e buoni sogni. — Dio mio, quanto son fredde le vostre mani! Sarebbe meglio entraste in casa. Eppur l’aria è tanto soave e lene! Andate subito, e fatevi servire una tazza di thè, ve ne prego. — Non volete? Bene, a rivederci, non debbo trattenermi di più.»
Benchè sir John, ora affatto desto, la sollecitasse replicatamente a rientrare, Lucy si trattenne sulla terrazza finchè vide una figura alta e scura passare il ponte giù a basso fra una nube di lucciolette. — La valle allora pareva un mare di stelle cadenti. Allora, solo allora, si levò, e raggiunse suo padre; che era andato in persona ad ordinare il thè.
Due ore più tardi, la stessa figura alta che aveva traversato il ponte, stava ad una delle finestre della casa misteriosa, ritta, spiccatamente rilevata contro la luce interna. Ora, se all’orecchio di quella figura, così come stava alla finestra in tacita contemplazione, si fosse susurrato: «C’è nel vicinato tal persona che non dorme per causa vostra;» quale balzo non avrebbe fatto? Tanto è