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gita al santuario. 201

Una strada larga e piana e ben tenuta, da sir John chiamata strada da cristiani, si apriva dal villaggio verso tramontana; e svolgendosi sul pendio della scoscesa montagna in capricciosi zig-zag, ora nascondeva, ora lasciava vedere il prospetto del Santuario adombrato da due querce di smisurata grandezza. — «I Castellaresi che hanno fatto questa strada col sudore della loro fronte,» disse Antonio, «la mostrano con orgoglio, e ne han ragione. Vi raccontano con compiacenza come ciascuno de’ ciottoli di cui è selciata, fu portato su dalla riva del mare; quelli che avean mule adoperandovele, e quelli che non ne avevano, portandone carichi sulle spalle: vi raccontano come tutti, signori e contadini, vecchi e giovani, donne e fanciulli, lavorassero giorno e notte senz’altro eccitamento che l’amore per la Madonna. La Madonna di Lampedusa è la loro fede, la loro occupazione, il loro orgoglio, il loro Carroccio, la loro idea fissa.»

— «Una strana infatuazione,» osservò Lucy; «mi piacerebbe udirne la leggenda; chè naturalmente v’ha ad esservi intorno qualche tradizione.»

— «Quanto si riferisce all’immagine miracolosa,» rispose Antonio, «alla data e al modo della sua traslazione a Castellaro, ci è detto per disteso in due iscrizioni. Una è in latino, l’altra in cattivi versi italiani; e si possono vedere nell’interno della piccola cappella del Santuario. Andrea Anfosso, nativo di Castellaro, capitanando un bastimento in corsa, fu un giorno assalito e disfatto dai Turchi e portato all’isola di Lampedusa. Quivi gli riuscì fuggire e nascondersi, finchè il bastimento turco che l’aveva catturato lasciasse l’isola. Anfosso, che era un uomo pieno di espedienti, si mise allora a costruire un battello. Ma trovandosi in grand’imbroglio per la vela, si arrischiò al passo ardito e originale di prendere dall’altare, di non so quale chiesa o cappella dell’isola, un quadro della Madonna per servirsene di vela. La cosa corrispose a maraviglia al suo intento, chè fece un viaggio singolarmente felice di ritorno alle sue rive natie: e in un accesso di generosità offrì quella santa tela all’adorazione de’ suoi concittadini. A ciò non si ferma il maraviglioso del fatto. Per universale acclamazione, scelto un posto a circa duecento passi dall’attual Santuario, vi fu eretta una cappella, ove con ogni debito onore venne riposto il dono. Ma la Madonna, a quel che pare, aveva un’insormontabile avversione per quel luogo, chè ogni mattina da Dio creata in terra, il quadro era trovato nel luogo preciso dove sta ora la chiesa. Furono postate sentinelle alla porta della cappella, tutto il