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194 | il dottor antonio |
terra; e quel fiumicello cadente nel mare, un cento passi innanzi a noi a levante, è l’Argentina, l’orgoglio degli abitanti della valle; e ogni tanto anche il loro flagello: chè quando è ingrossato dai torrenti della montagna, mugghia come toro infuriato e trascina seco ogni cosa.»
Una passeggiata di due minuti portò la comitiva a un crocicchio formato dalla strada di Taggia e da quella postale di Nizza che s’incontrano ad angoli retti, e quivi una carrozza scoperta li attendeva. La via per cui andavano passava ora in mezzo a piante di olivi, i cui rami, intrecciandosi da ambi i lati, facevano una vôlta di verdura sopra il loro capo.
— «Che bello studio per un pittore questi tronchi nodosi fra loro intrecciati!» sclamò Lucy. «Non vidi mai vecchie piante con forme tanto pittoresche.»
— «Checchè dicasi,» osservò Antonio, «dell’effetto monotono degli olivi veduti in massa, alle singole piante non si può negare il pregio della varietà e originalità delle forme.»
— «No, certamente,» rispose Lucy; «confesso la mia predilezione per le piante di olivo. Mi ricorda il ramo simbolo di pace che la colomba riportò a Noè; la mobile foresta di rami di ulivo che salutò l’ingresso del nostro Salvatore in Gerusalemme; l’orto ov’egli pregò e soffrì.»
Veramente Lucy, mentre quelle sante memorie le si risvegliavano in mente, pareva somigliantissima ad una delle divine Madonne di Guido Reni; laonde Antonio non si maravigliò più dell’error di Battista.
— «Di grazia, Dottore,» diss’ella dopo una pausa, «datemi uno di que’ ramoscelli che ci pendono sul capo.» Avendola Antonio soddisfatta, Lucy esaminò le foglie verdescuro da un lato, e di un grigio argenteo dall’altro, poi disse: — «E queste pallottoline bianche pendenti a grappoli sono il frutto?»
— «Sì,» rispose Antonio; «e se la stagione lo permette, queste cosucce bianche nel prossimo gennajo saranno trasformate in lucidi grani neri, i quali poi macinati al molino ci danno l’olio. Indi la morchia trita, lavata e asciugata diventa un ottimo combustibile; mentre la foglie secche si adoperano per concime. Il legno d’olivo, come sapete, è molto pregiato dagli ebanisti per i più fini lavori. Per la qual cosa vedete che di questo albero nessuna parte manca del suo valore.»
— «Come dunque,» richiese sir John, «con un prodotto sì ricco, il popolo di questo paese è povero?»
— «L’apparente contraddizione si spiega facilmente,» ri-