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gita al santuario. 191

tista. Vi aveva fatto un gran lavorìo intorno per più di una settimana, ripulendolo, dipingendolo e guarnendolo per farsi onore in quella circostanza. Collo sforzo combinato di una vela rigonfia da una lieve brezza, e di tre paja di remi vigorosi, non istettero molto a superare il secondo Capo. San Remo, lo splendido e verdeggiante San Remo, sorgente in forma di triangolo, e cinto dalle sette sue ridenti colline tutte coperte di ricchissima vegetazione, apparve allora di pieno alla loro vista.

— «Nascono naturalmente le palme in questa parte di paese?» domandò Lucy, indicando le piante onde era coperta la riva, «o sono coltivate per bellezza?»

— «Credo che la loro bellezza sia il pregio minore agli occhi de’ proprietari,» rispose Antonio. «Forse non sapete essere le palme un genere di proprietà molto utile, e però giova coltivarle; chè ogni anno se ne spediscono carichi in Francia e in Olanda. Se in tutti i paesi cattolici il consumo delle palme è grandissimo durante la settimana di Passione, in Italia, e specialmente a Roma, è enorme. E in San Remo c’è una famiglia che da varii secoli ha tenuto e tiene ancora la privativa di fornir palme al così detto «Palazzo Apostolico,» cioè ai famigliari del Papa.»

— «E fu comperata questa privativa?» domandò sir John. «Ma è quasi inutile il chiederlo, perchè mi è stato detto che ogni cosa fu e sarà sempre venale a Roma.»

— «Contro la regola,» rispose il Dottore, «questo privilegio fu invece accordato in ricompensa di un buon servigio. La storia, tal qual è, vi divertirà forse; in ogni caso servirà a farci parer men lungo il tragitto. Certamente voi in Roma dovete aver veduto e ammirato l’obelisco eretto sulla piazza di San Pietro in Vaticano, che chiamasi obelisco del Vaticano, e il quale nel 1584, cioè durante i primi anni del pontificato di Sisto V, giaceva tuttavia mezzo sotterrato poco lontano dall’antica sagristia di San Pietro. Prima di Sisto molti papi avevano progettato di farlo scavare per trasportarlo poi in piazza San Pietro; ma sempre erano stati spaventati dalle gravi difficoltà e dal costo dell’impresa. Papa Sisto V, ambizioso e d’animo intraprendente, come ognun sa, risolse effettuare ciò che i suoi predecessori avevano soltanto pensato; e confidò l’arduo incarico a Domenico Fontana, architetto di gran nome; largamente provvedendolo d’ogni mezzo necessario al buon esito. In quel tempo la meccanica era molto meno avanzata che non sia in oggi; e non riusciva cosa facile ritrarre dal luogo ove giaceva sepolto, e trasportarlo intatto al luogo ove erasi stabilito di erigerlo, un monolito di tanta