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grandi e piccoli. 15


chè il postiglione non passava i venti anni — dette a John un lampo dell’idea del suo interlocutore. Il fatto indicato dal giovane era tanto evidente, essere gli urti della stanga, se non la sola, una delle cause della inquietezza del cavallo, che John lieto di vedersi risparmiata maggior contesa per sì piccola cosa, e pure con qualche perdita di sua dignità, accettò prontamente la spiegazione. E avendo riferito al padrone, che v’era solo un guasto da nulla negli arnesi, risalì gravemente il suo comodo seggio presso a miss Hutchins.

Il postiglione aveva intanto provato di accorciar la catena del timone, sì che non battesse contro il cavallo; e fischiava forte nello stesso tempo: quando il calessino lasciato indietro, venne e gli si fermò accanto senza essere sentito e veduto. — «Evviva Prospero!» disse una voce che fece tutto a un tratto balzar il giovinetto, che voltò gli occhi e si levò frettolosamente il cappello; «che diavolo ti accade quest’oggi? sai tu, monellaccio, che mancò un pelo tu non mi gettassi in mare?»

— «Gittare in mare Vossignoria?» esclamò Prospero con un tono singolare d’ira e di dispiacere ad un tempo. «Sa vossignoria, che piuttosto vorrei annegarmi da me cento volte? Ma questo non è il calessino di vossignoria. Come potevo credere che vossignoria vi stesse dentro?»

— «E che c’entra tutto questo?» replicò in tuono severo la voce del signore cui era diretto il discorso; «che importa che ci sia io o il Gran Kan dei Tartari? Come osate farvi giuoco della vita di chicchessia? È vostro affare, e vostro dovere, di badare che i cavalli da voi guidati non ammazzino un pacifico cittadino. Avete inteso?»

Prospero, profondamente umiliato, disse che ne provava un vero dispiacere; e avrebbe fatto di tutto, perchè più non accadesse nulla di simile.

— «Benissimo, ma che sorta di cavallo è codesto?» continuò la voce; e una mano stesa fuori da sotto la coperta del calessino indicò il cavallo di rinforzo.»

— «È un cavallo nuovo, signore, venuto proprio jeri alla stalla. È una bestia ombrosa.»

— «Ombrosa, la chiamate? bagattella! È una bestia viziosa quant’altra ne abbia mai veduto, e che il vostro padrone non avrebbe dovuto attaccare a un legno dentro cui siano cristiani. È un quarto d’ora che osservo il vostro ombroso cavallo. Ascoltate un buon consiglio, mentre è ancor tempo, Prospero: invece di stringere quella fibbia, scioglietela: e lasciate che il cavallo se ne torni in San Remo.»