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Convenzione; e lungi dall’essere incompatibili colle istituzioni monarchiche, intendevano ristabilire la monarchia nel suo pristino stato, e ristaurarne le leggi giurate successivamente da trenta monarchi. Ma a che vale il diritto senza la forza? Chi aveva la forza non la voleva usata in nostra difesa. Il Gabinetto inglese stiracchiò col Ministero napolitano, sul più o sul meno di privilegi normali da esserci lasciati; ma quanto al punto principale, l’indipendenza, fummo abbandonati al nostro fatto,»

Sir John, a questo punto, fece un movimento come per parlare; ma l’italiano riprese sorridendo:

— «Ripeto fatti storici, sir John. La colpa di quanto avvenne, è forse meno delle persone che delle circostanze di allora. La pace era il gran desideratum dell’Europa; e a questo desiderio la Sicilia fu sagrificata. Quando io dico sagrificata, non sono che l’eco delle opinioni pubblicamente sostenute ed espresse dentro e fuori del Parlamento britannico da distinti vostri concittadini. Lord Bentinck, e migliore autorità della sua non ci è in questo argomento, disse nel giugno 1821: — «Quello di cui mi lamento, si è che non fu data la libertà ad un popolo al quale era stata promessa. Io considero il nostro onor nazionale impegnato all’adempimento di tale promessa. E debbo confessare, quanto alle istruzioni spedite d’Inghilterra, che non avrei potuto far meglio redigendole io stesso, con tutto il profondo amore che sento per i Siciliani. Ma che si è poi fatto per dar forza a queste istruzioni? Nulla. Ricevute con speranza e con gioja dai Siciliani, quale esito ebbero? — l’unione dei due regni. Questa unione non solo fu una violazione, ma la completa distruzione della Costituzione siciliana; e annichilò i diritti della Nazione, e fece la Sicilia «provincia di Napoli.» Non posso garantire sieno queste le precise parole di lord Bentinck, che io cito a memoria,» continuò il Dottore; «ma assicuro che questo ne era il significato. Anche sir James Mackintosh riguardò sotto lo stesso aspetto l’argomento. Ma di ciò basti.

«È ora necessario dire che non fu mai più convocato il Parlamento, e che lo spirito come la lettera delle così dette concessioni del 1816, fu quotidianamente violato? Il pubblico malcontento crebbe ognora, ed era vicino uno scoppio, quando avvenne in Napoli la Rivoluzione del 1829, seguita dalla proclamazione della Costituzione di Spagna. Il momento parve propizio ai Siciliani per assicurare con modi pacifici la loro antica indipendenza. Fu un deplorabile malinteso che occasionò la collisione fra il popolo e i soldati napolitani di presidio in Palermo, nella quale il