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180 | il dottor antonio |
i Principi di Belmonte, Castelnuovo, Villafranca, Aci e il duca d’Angiò, riguardati come capi dell’opposizione.
«In questo mentre giunse lord Bentinck; e fu salutata la sua venuta dai Siciliani come quella di un salvatore. Adoprandosi il meglio che poteva a calmare il sobbollimento del popolo, faceva del pari forti rimostranze al Re e a’ suoi ministri, intorno alla imprudenza e alla stoltezza della politica da loro adottata: — ma invano. — «Questo panciuto sergente,» diceva la Regina che lo aveva preso in odio, «è stato qui spedito dal Principe Reggente a rendere omaggio al Re e non a dettar leggi.» Non potendo vincere la di lei ostinazione, lord Bentinck andò allora in Inghilterra per far intendere al Gabinetto di Saint-James lo stato vero delle cose in Sicilia; e tornò dopo sei settimane; e questa volta con ogni pieno potere. L’Inglese non era uomo da lasciarsi prendere a scherno. Vedendo però che le conferenze senza fine alle quali lo invitavano il Re e la Regina e il Principe ereditario non davano nessun esito alle domande categoriche da lui presentate, recise la questione operando decisamente. Cominciò dal sospendere i sussidii in danaro forniti dall’Inghilterra alla famiglia reale; e stabilì il suo quartier generale a Palermo, ove chiamò da Messina alcune truppe inglesi. Questi atti non bastando, minacciò di mettersi egli alla testa del suo esercito, e impadronirsi del Re e della Regina, e spedirli a Londra. Sapevasi che lord Bentinck era uomo di parola, però la cosa fu subito accomodata. Il Re finse ufficialmente una malattia; e nominato il Principe Reale Vicario Generale del regno, si recò a mutar aria al suo parco di Ficazza. Anche la Regina lasciò Palermo. Dato a lord Bentinck il comando dell’esercito siciliano, furono messi in libertà i cinque Baroni, e annullati gli illegali decreti. Nello stesso tempo furono convocati i tre bracci del Corpo legislativo, affine, dicevasi, di riformare la Costituzione.
«Il Principe Vicario aprì il Parlamento in persona. Dopo un discorso sull’argomento delle riforme a farsi, propose la Costituzione della Gran Bretagna come modello di quella per la Sicilia. Questa prima riunione del Parlamento fu prolungata tutta la notte e parte del giorno seguente; e sarà ricordata ne’ nostri annali quale attestato della devozione patriottica di tutti i suoi membri. Rinunziando il Clero a’ suoi privilegi, consentì all’unione co’ Baroni per formare una sola Camera di Pari; e rinunziando i Baroni dal loro canto a quei privilegi ereditarii, de’ quali, da tempo immemorabile, erano sempre stati tanto gelosi, quella notte cessò in Sicilia il feudalismo. Dopo una lunga discussione fu-