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in battello. | 173 |
getti lontani; e hanno bisogno poi di occhiali per veder quelli che stanno lor proprio sotto il naso.
Così avvenne; chè due ore più tardi, mentre sir John accomodava i suoi pezzi sulla scacchieria (Lucy essendosi ritirata a riposare), egli disse al taciturno Dottore:
— «Così, credete voi realmente, dottor Antonio, che questo clima si confaccia particolarmente bene a mia figlia?»
Antonio guardò attonito il suo interlocutore, e fece anche un istante di pausa prima di rispondere: — «Basta che paragoniate miss Davenne qual è oggi, con miss Davenne di alcune settimane fa, e potrete risponder da voi stesso alla domanda: non più tosse, bel colore, sonno e appetito eccellenti.»
— «Siete dunque di opinione,» persistette sir John, che una più lunga dimora possa giovare a rinvigorire il suo temperamento?»
Antonio sentì un’irresistibile tentazione di mandar per aria tavolino e scacchiere, e dare all’improvvido Inglese un cordiale amplesso: — i padri di figlie amabili non hanno idea dei pericoli che corrono; ma vinse gloriosamente sè stesso, e rispose colla dignità conveniente alla professione: — «Io non ne dubito. Questo clima è salubre quanto ogni altro al mondo; e le abitudini quiete e regolari, e l’assenza di ogni agitazione, sono la vera panacea per una persona delicata quale è miss Davenne. Son sicuro che un corso di bagni di mare, durante la calda stagione, le farebbe molto bene.»
— «In tal caso,» rispose il Baronetto, «suppongo che bisognerà cercar modo di restarci un po’ più a lungo. Ora mettiamoci al nostro giuoco; tocca a voi a cominciare.»
Giuocarono tre partite quella sera. Sir John fu tanto cortese da mostrarsi maravigliato di averle vinte tutte e tre. Antonio tornando a Bordighera cantò per tutta la strada: «O bell’alma innamorata,» con una forza e una espressione che facevano onore del pari e ai suoi polmoni e al suo musicale buon gusto.