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grandi e piccoli. 13

— «Come si chiama questo paese?» chiese miss Davenne. — «San Remo,» rispondono. Sir John Davenne non approva quel nome; o almeno si può supporre dalla sua alzata di labbro al sentirlo. Guarda la strada all’insù, la guarda all’ingiù, e poi ritira il capo. Se avesse sir John Davenne tenuto un libro di Memorie, probabilmente ci scriveva una nota di questo genere: — «San Remo, paese di aspetto singolare, strade strette, mal selciate, case alte, irregolari, popolo cencioso, sciame di accattoni,» — e via così per tutta una pagina. Fortunatamente per la fama di San Remo, sir John non teneva libro di Memorie.

Intanto quattro cavalli erano di già attaccati alla carrozza; ma la lunghezza della posta a fare, e la natura montuosa della strada, a detta del mastro di posta, richiedevano un cavallo di più. Questo quinto cavallo, che aveva ad essere messo solo innanzi agli altri, manifestava un’assoluta ripugnanza a prendere il posto assegnatogli, ora cacciandosi sotto, ora inalberandosi alternativamente; finchè scioltosi affatto, scappò di gran carriera giù per la stretta via, inseguito da quanti uomini e fanciulli si vedevano per città. Dopo una viva caccia, preso per gli sforzi riuniti, venne riportato trionfalmente, e attaccato alle testa degli altri quattro. Il postiglione, balzato sulla sua sella pesante, scosse la frusta intorno al suo capo: prima a dritta, poi a sinistra, facendo seguir ciascun atto da uno scoppio come di pistola; e la carrozza finalmente si rimise in moto fra uno strepito tumultuoso indistinto.

Di lì a poco riapparve il calessino di già notato a San Remo, affaticantesi su per un lungo e irto clivo: mostra curiosa delle vetture di questo paese; scolorito, consunto, ristretto e quasi informe; tale insomma da far maraviglia che si tenesse intero sulle ruote. La distanza fra i due legni diminuiva a vista, guadagnando spazio le quattro ruote sulle due; quasi come un gran vapore che insegua vivamente un piccolo. Il denso strato di polvere sulla strada ammorzava il rumore delle ruote e de’ piedi dei cavalli, e rendeva più che mai necessario l’usuale avviso dello scoppiettare della frusta. Eppure il postiglione non dava segno di vita. Probabilmente ritenea per certo che il conduttore del calessino dovesse essersi accorto dell’arrivo del magnifico suo vicino, e avrebbe avuto cura conveniente di sè; oppure era tanto occupato nell’accomodar la frusta da dimenticare il suo dovere. Comunque fosse, fatto è che il legno inglese appena arrivato alla cima della salita, lanciatosi a un tratto a tutta corsa, passò innanzi a gran carriera all’inavvertito povero calessino. La piccola rozza, spaventata