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nel giardino. | 163 |
laici in questo paese. La chiesa parrocchiale, co’ suoi sagristani, coristi e ufficiali di ogni sorta, è tuttavia il solo campo all’attività di un ristretto numero di persone. Per rimediare a questo inconveniente, sono sorte sotto le ali della parrocchiale autorità, Confraternite di varii colori: l’occupazione delle quali consiste nel riunirsi in un locale di culto loro proprio, e pregare in comune e seppellire i loro morti; e ora sotto un pretesto, ora sotto un altro, far di sè mostra nelle processioni. Qui, come in ogni altro paese della Riviera, vi sono Confraternite dei Rossi, dei Bianchi e dei Neri, così chiamate dal colore delle cappe dei Confratelli. Ciascuna di esse Società, naturalmente non troppo amiche fra loro, ha un numeroso stato maggiore di dignitari o funzionari — un priore, un sottopriore, una prioressa, una sottoprioressa; un capitolo, o un corpo di consiglieri, coristi, crociferi, portastendardi, mazzieri, portalampioni, e così via dicendo: l’annua elezione de’ quali, specialmente del priore e sottopriore e del Capitolo, mette i fratelli in gran faccenda. Così, come vedete, ognuna di quelle società diviene un piccolo centro di grette ambizioni, rivalità, intrighi e pettegolezzi. Qual maraviglia, se nello stato di piena ignoranza, in cui la maggior parte son tenuti e che li rende incapaci di godimenti e di occupazioni intellettuali; — se, esclusi come sono da ogni partecipazione, fin dal maneggio degli affari parrocchiali o di ogni cosa relativa agli interessi locali, i quali in Inghilterra sono affidati alle Corporazioni; — quale maraviglia, dico io, se in mancanza di occupazioni necessarie all’uomo come l’aria che respira, questa buona gente si lasci andare a tali futili e puerili faccenduole?
— «Ah!» interruppe sir John in aria di persona intendente; «un assoluto governo può far molto di quel che voi desiderate, dottor Antonio. Mutate una cosa, e tutto il resto vi cadrà sulla testa. Alla fin fine non vorrete dire che i varii paesi non si eleggano i loro Consiglieri municipali, nel cui numero, credo, è poi scelto il Sindaco.
— «Eleggersi i loro Consiglieri municipali!» esclamò il dottor Antonio, «nemmeno per sogno. Un cane arrabbiato non ha maggior terrore dell’acqua, di quello che abbia il nostro Governo del principio elettivo. Le istituzioni municipali sono una lettera morta da noi — un corpo senz’anima, un mero scherno. Volete sapere chi elegge il Sindaco e i Consiglieri municipali? Il Sindaco precedente (che è necessariamente una creatura del Governo, altrimenti non sarebbe mai stato Sindaco), il Curato e l’Uffiziale dei Carabinieri. Questi tre fanno una lista, che si presenta al